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HOME > In Diocesi > 29 Dicembre 2014

SCOLA: “CON LA NASCITA DI GESÙ,
L’ETERNO È ENTRATO NEL TEMPO”

I cristiani “non intendono affermare se stessi, ma vogliono, al di là delle loro fragilità e dei loro peccati, lasciar trasparire il tesoro prezioso per tutta l’umanità: Gesù”

 

“Dio, per primo, mette radicalmente al centro l’uomo. E non l’uomo in astratto ma ciascuno di noi è, personalmente, singolarmente preso in considerazione e abbracciato nella sua intera umanità, nella sua inviolabile dignità, nelle sue relazioni costitutive a cominciare da quelle familiari”. Lo ha detto, nella Messa della notte di Natale, il nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola. Ma il Natale “ci rimette di fronte a quel fattore potente, sempre esposto al ‘rischio’, che è la nostra libertà. Pone infatti la libertà di ciascuno davanti alla grande scelta della vita, l’unica veramente decisiva: accogliere o rifiutare di essere salvati, cioè assicurati, liberati dalla fragilità, dal peccato e dal terrore della morte”. Ci è donato così “il potere di diventare figli di Dio”. La venuta del Dio bambino nella carne “ci chiede anzitutto di riconoscere il nostro bisogno di salvezza”. In secondo luogo “ci invita a cogliere il come Gesù viene a salvarci. Gesù ci salva non con i mezzi della sua potenza, ma attraverso la nudità vulnerabile della sua presenza”. È venuto “di persona, condividendo fino in fondo la nostra condizione umana, fino a consumare, ‘vera luce del mondo’ la Sua vita per noi, dal presepio fino alla croce”. Per questo, ha concluso l’arcivescovo, “i cristiani amano e promuovono la vita dal concepimento fino al suo termine naturale”.

“Gesù è la pienezza del tempo perché è il nostro salvatore” - “Con la nascita di Gesù nella nostra carne, l’Eterno è entrato nel tempo e ha dato alla storia un significato e una direzione che la stanno portando al suo compimento”: è quanto affermato dal cardinale Scola nella Messa del giorno di Natale. “Ogni giorno la cronaca ci sconcerta per l’orrore di cui gli uomini sono capaci. Come si può dire che il tempo della pienezza è giunto, se le contraddizioni in cui versa l’umanità sono così acute, così terribili, così tragiche?”, si è chiesto l’arcivescovo. Ma “Gesù è la pienezza del tempo perché è il nostro salvatore che domanda il coinvolgimento, lungo tutta la storia, della libertà di ogni uomo e di ogni donna. I frutti della Sua redenzione chiedono la partecipazione, diretta o indiretta, della libertà di ciascuno di noi. Non c’è automatismo né fatalismo nella salvezza che è Gesù Cristo in persona”. Per questo “la nascita di Gesù inaugura la possibilità di un autentico umanesimo, sempre aperto alla novità che la storia propone, comunque si presenti”. I cristiani “non intendono affermare se stessi, ma vogliono, al di là delle loro fragilità e dei loro peccati, lasciar trasparire il tesoro prezioso per tutta l’umanità: Gesù”, che “ci ha amato fino a morire per tutti perché tutti possiamo vivere per sempre. L’eterno è entrato nel tempo ed il tempo non ha più il potere di farci cadere nel nulla”.

Per approfondire, clicca qui: IncrociNews

Cernusco sul Naviglio, 29 dicembre 2014

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