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HOME > In Diocesi > 7 Aprile 2014
 

LUOGO DI CULTO PER I MUSULMANI:
“INEVITABILE UN NETTO SALTO DI QUALITÀ”

 

La nostra diocesi ha preso una chiara posizione sull’apertura di un luogo di culto per i fedeli musulmani. Lo scorso 30 marzo il supplemento Milano Sette di Avvenire, curato dall’Arcidiocesi di Milano, titolava: “Urgente realizzare un centro di preghiera per raccogliere le aspirazioni dei musulmani. Islam, un luogo per pregare e far conoscere la cultura”.

 

«La più che trentennale inerzia sul tema dei luoghi di culto islamici in Italia – ha scritto Paolo Brasca del Servizio per i rapporti con l’Islam e del Servizio Ecumenismo e dialogo della Diocesi di Milano - ci ha portati ad averne circa 800, sale di preghiera “camuffate” per forza maggiore in “altro”, quasi sempre in collocazioni fortunose e dirette da persone spesso volonterose, ma non di rado inadeguate. Il mio profondo rispetto per una nobile tradizione religiosa cui siamo legati per radici condivise quasi quanto all’Ebraismo, unitamente all’amore per la mia città e per il nostro comune destino, non mi consentono di tacere di fronte ai possibili rischi, ma ancor più davanti alle potenzialità positive che potrebbero derivare da imminenti scelte su un tema di tale rilevanza. Non solo è auspicabile, ma inevitabile un netto salto di qualità. Le condizioni affinché ciò possa accadere sono con tutta evidenza le seguenti: serve un centro di studi e iniziative culturali qualificato con sala di preghiera annessa, ma la cui mission principale sia quella di far conoscere e valorizzare, non solo per i musulmani ma per tutti, la ricchezza spirituale e l’eredità culturale di una straordinaria civiltà; il partner principale dovrà essere un’istituzione culturale islamica di livello internazionale alla quale potranno affiancarsi le organizzazioni musulmane territoriali.»

Quindi Brasca ha aggiunto che «naturalmente resta aperto il dossier della regolarizzazione di tutti gli altri luoghi di culto, e non solo musulmani, nell’area cittadina. I due livelli non vanno confusi per evitare alibi che ci condannerebbero a restare nella medesima palude ancora a lungo, a discapito delle giuste aspirazioni e delle legittime preoccupazioni degli uni e degli altri. Questo mi pare l’unico orientamento capace di farci uscire da uno stallo indegno di una metropoli europea, che oltretutto si avvia a ospitare a breve l’Expo.»

 

Per approfondire: www.chiesadimilano.it

 

Cernusco sul Naviglio, 7 aprile 2014

 

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