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HOME > In Diocesi > 27 Gennaio 2014

“IL NEMICO DELL’EDUCAZIONE È LA FRAMMENTAZIONE”

 

Il cardinale Angelo Scola durante l'incontro con dirigenti e docenti della scuola pubblica statale e paritaria, personale tecnico-amministrativo ed esponenti delle associazioni dei genitori, svoltosi in Duomo mercoledì 22 gennaio ha parlato di “alleanza educativa” e di “libertà di scelta educativa.”

 

La scuola sia “comunità educante” dove si vive l’educazione come “incontro di libertà e dove la “alleanza educativa” fra tutti i soggetti che la “abitano” si fa “amicizia, intesa come virtù civica”. Quell'«amicizia civica che nasce dall'ascolto di fecondazione» e la cui fragilità è fra le ragioni «del dramma della nostra società e dell'incartamento del nostro Paese»: così ha esordito il cardinale Angelo Scola incontrando in Duomo, lo scorso 22 gennaio, il «mondo della scuola»: dirigenti e docenti della scuola pubblica statale e paritaria, personale tecnico-amministrativo ed esponenti delle associazioni dei genitori.

In questo scenario la libertà educativa si pone non come battaglia confessio­nale ma come questione di bene comune. Che l’Arcivescovo ha affrontato con parole forti e chiare. «La famiglia italiana si vede attribuita una responsabilità edu­cativa, riconosciuta la libertà di scelta educativa che ne segue, eppure ancor oggi non vede garantito l'esercizio di questo diritto.» A proposito di libertà educativa, l’Arcivescovo ha osservato che «Sì, è una questione dolorosa, un’ingiustizia grave e una grande miopia che non sia accettata la pluralità delle forme scolastiche, restando attaccati a un’idea di scuola statale unica che poteva aver senso nell'Italia postunitaria» e ha espresso la propria «sorpresa» quando «anche fra i preti c'è chi chiama "privata" la scuola paritaria». Scola ha invitato a «continuare con forza a fare ogni sacrificio perché la libertà educativa diventi libertà effettiva e realizzata nel nostro Paese, come ancora non è. Ciò non comporta alcuna sottovalutazione della scuola di Stato. Dobbiamo far leva sui principi di sussidiarietà e solidarietà», ma anche «affrontare con energia la questione della qualità della nostra scuola. Parliamo meno di scuola cattolica e più di scuola libera. Lo Stato faccia il suo mestiere: governi la scuola ma non pretenda di gestirla tutta, fin nei minimi particolari, altrimenti la soffoca».

«C’è qualcosa che non si può affidare alla sola competenza di un educatore, ma che dipende dal tipo di persona che egli è, come vive i suoi affetti e il suo lavoro, il dolore e il riposo - ha detto ancora  l’Arcivescovo - La tua persona è ciò che viene in campo. L’esperienza non si può ridurre in tecniche pur raffinate. È un’arte, perché implica creatività».

 

L’Arcivescovo ha poi aggiunto che «il nemico dell’educazione è la frammentazione, non solo dei saperi, ma di chi insegna e di chi impara», sottolineando come «ogni alunno che ho di fronte è una risorsa per la mia vita, che può anche produrre grandi cambiamenti nella storia personale». Scola ha quindi invitato a «tenere il cuore aperto a 360 gradi, lasciarsi fecondare dall’ascolto con l’altro e condividere l’integralità con cui propongo la mia materia specifica, perché l’alunno possa comprendere che c’è una complessità del reale».

 

 

Cernusco sul Naviglio, 27 gennaio 2014

 

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