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“VIVERE L’AMICIZIA CIVICA
AL DI LÀ DELLE DIVERSE VISIONI”
 

«Che cosa caratterizza una città? Non certo l'essere un assemblaggio di uomini che si ignorano – ha spiegato l'Arcivescovo Scola durante la sua visita al Piccolo Cottolengo di Don Orione di Milano - ma l'essere una comunità che sa vivere l'amicizia civica al di là delle diverse visioni.»

 

L’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha presieduto, lo scorso 13 gennaio, una Santa Messa al Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano, in occasione delle celebrazioni per gli 80 anni dell’istituzione. Al Piccolo Cottolengo sono accolti le persone più escluse e messe ai margini della società per le loro condizioni di salute. Attualmente ospita 306 persone: anziani e giovani, affetti da disabilità fisiche o mentali; individui spesso afflitti da malattie degenerative.

“Vivere in rapporto con Dio, con gli altri e con se stessi secondo verità” - Nell’omelia, l’Arcivescovo si è chiesto «da dove don Orione traeva questa energia e questo suo seguire i fatti della vita e precipitarsi là dove il bisogno si manifestava?». La risposta viene «dall’Evangelo di Marco, con Gesù che, dopo l’arresto del Battista, prende su di sé la responsabilità di predicare e invitare tutti alla conversione al Regno che viene. E che cos’è questo Regno? È un modo di vivere in rapporto con Dio, con gli altri e con se stessi secondo verità... in modo che si documenti e si testimoni nella vita personale, familiare, ecclesiale e civile la pienezza e la verità di seguire le indicazioni di Dio». L’evangelista racconta che alla chiamata di Gesù i primi discepoli risposero «subito, senza indugio e senza proseguire in ragionamenti o sollevare dubbi, basandosi sulla fede». Da questo impariamo che «la nostra vita è vocazione, come ogni circostanza e ogni rapporto della nostra vita è risposta alla chiamata di Dio, e questa è ciò che dà dignità a ciascuno, al di là del fatto che siamo giovani o pieni di acciacchi, belli e forti o segnati nel corpo da fatiche e prove fisiche anche dure, che diventano prove di fondo morali e spirituali per chi le porta e per i suoi familiari: Gesù è venuto a dirci che Dio ci ama in maniera incondizionata». Così un uomo come don Orione «nella carità soprattutto per i più bisognosi ha voluto esprimere la sua gratitudine a Gesù per aver spalancato la via dell’amore come via della vita».

“Vivere l’amicizia civica” - «Che cosa caratterizza una città? Non certo l'essere un assemblaggio di uo­mini che si ignorano – ha spiegato l'Arcive­scovo durante la sua visita - ma l'essere una comunità che sa vivere l'amicizia civica al di là delle diverse visioni. Luoghi come il Piccolo Cottolengo, dove consacrati e laici si fanno carico di chi è nel bisogno estre­mo, esprimono con pienezza cos'è l'amicizia civica».

Luoghi come Il Piccolo Cottolengo «Don Orion sono impor­tanti «non solo per la Chiesa» ma per tutti, perché «fattori di edificazione di una società veramente civile». Sono sorgente di «vita buona della città». Da proteggere e promuovere.

Cernusco sul Naviglio, 20 gennaio 2014

 

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