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“LA FEDE È UN BENE COMUNE”

Nella solennità di San Carlo Borromeo, co-patrono della nostra diocesi, lo scorso 4 novembre, l’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ha  ricordato che “il cuore dell’insegnamento di San Carlo” lo troviamo nella “nostra vita definita dalla sequela del Crocifisso risorto che ci garantisce la gratuita partecipazione all’amore della Trinità stessa”.

 

Pluriformità nell’unità, valorizzando tutto l’esistente - Il cardinale ha poi aggiunto che «Papa Francesco, nella sua prima Enciclica, ricorda che la fede è un bene per tutti: “Sì, la fede è un bene per tutti, è un bene comune, la sua luce non illumina solo l’interno della Chiesa, né serve unicamente a costruire una città eterna nell’aldilà; essa ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza” (Francesco, Lumen fidei, 51).Quindi, ha aggiunto che «Una delle note più caratteristiche del ministero di San Carlo fu l’intento di “creare una santità di popolo, una santità collettiva, di fare santa tutta la comunità”. Per questo scopo la proposta pastorale “Il campo è il mondo” chiama a servizio tutti i cristiani della nostra Arcidiocesi. Il “cattolicesimo di popolo”, per certi versi ancora vitale sul nostro territorio, non avrà futuro se non passa dalla “convenzione” alla “convinzione”. Seguendo il criterio della pluriformità nell’unità, capace di valorizzare tutto l’esistente che lo Spirito suscita nella nostra Chiesa ambrosiana, attueremo l’invito di Paolo: “Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace» (Efesini 4,1-3).

I santi sono preziosi edificatori di una civiltà dal volto umano - L’Arcivescovo, in conclusione della sua omelia, ha sottolineato che «il rinnovamento, nella vita della Chiesa, ha sempre avuto come attori principali i santi. Nel loro quotidiano dialogo con il Signore, che è il vero protagonista della storia della Chiesa e di ogni suo processo di purificazione, i santi diventano co-agonisti. Radicati, attraverso la preghiera nel Crocifisso risorto, con diversi doni (carismi) – educativi, di carità, di coinvolgimento sociale e culturale – i santi sono preziosi edificatori di una civiltà dal volto umano. Di essa anche oggi avvertiamo tutti, credenti e non credenti, l’urgente necessità.»

Cernusco sul Naviglio, 11 novembre 2013

 

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