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Cernusco sul Naviglio

Diocesi di Milano – Zona Pastorale VII

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 LETTERA APERTA A TUTTA LA CITTA’

IMMIGRATI:
NON
RINSERRIAMO “I CANCELLI” DEL NOSTRO CUORE

In queste settimane sono ripresi in maniera massiccia gli sbarchi dei migranti e le conseguenti tragedie del mare. Tutti abbiamo assistito alla strage nel canale di Sicilia che ha causato 900 morti. È solo l’inizio di un esodo che non si può arrestare, vista la drammatica situazione di guerre, terrorismo e violazioni dei diritti umani in atto dall’altra parte del Mediterraneo. Si tratta soprattutto di persone in fuga dalla Siria e dall’Eritrea.

Secondo le ultime osservazioni disponibili, sarebbero tra 500mila e un milione i migranti in attesa di venire caricati su un barcone. Nel 2014, 219mila rifugiati e migranti hanno attraversato il Mediterraneo, e le vittime sono state almeno 3.500. Dall’inizio del 2015, circa 31.500 persone hanno intrapreso traversate marittime per raggiungere Italia e Grecia. «L’Italia - riconosce l’Onu - sta portando un fardello enorme per conto dell’Europa sul problema dell’immigrazione».

I numeri stanno crescendo ulteriormente e i morti hanno superato le migliaia. Diecimila sono sbarcati negli ultimi giorni in Italia. E tra essi almeno 500 minori non accompagnati. Molti hanno già fatto perdere le proprie tracce. Nel 2014 erano spariti 3.707 ragazzini immigrati su un totale di 14.243 sbarcati sulle nostre coste. E dietro la sparizione «c’è una organizzazione illegale», come denuncia del procuratore capo dei Minori di Palermo.

Nelle scorse settimane siamo rimasti attoniti anche per l’uccisione di dodici immigrati cristiani, gettati in mare durante il viaggio dalla Libia verso l’Italia. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha parlato di “imbarbarimento” ai microfoni di Radio Vaticana. “C’era da aspettarselo”, ha aggiunto monsignor Galantino. “È chiaro che non si può affrontare questo problema, questo dramma, con gli strumenti di sempre - evidenzia il segretario generale della Cei -. Bisogna evidentemente mettere in campo altri modi di pensare, altri modi di agire, altri modi di intendersi. Qui l’alternativa è o allargare le braccia o andare a far guerra: ma possibile che non esista la possibilità per tanti Stati, per tante nazioni che hanno al loro interno energie anche intellettive e organizzative straordinarie, possibile che non siano in grado di pensare interventi che non siano quelli dell’intervento armato oppure delle braccia allargate? Io ho l’impressione veramente che si tratta soltanto di una sorta di modo elegante per lavarsi le mani di fronte a un dramma che diventerà sempre più insopportabile dall’Italia”. Monsignor Galantino ha auspicato che “gli Stati Uniti, l’Europa ed altri dicano almeno una parola, almeno una, di autocritica su quello che hanno fatto negli anni passati. Se siamo seri dobbiamo dire anche che gran parte di queste situazioni sono state favorite, se non proprio create, da tipi di interventi incauti, da interventi dietro i quali stiamo scoprendo un poco alla volta che c’erano soltanto interessi: altro che voglia di esportare valori, altro che voglia di esportare democrazia!”.

Ciò che secondo noi è necessario fare non è solo pensare a come gestire questa emergenza, ma come modificare il nostro stile di vita e di gestire le risorse del pianeta, perché molte delle tragedie in corso dipendono anche da come le “nostre” aziende operano in alcuni paesi.

Un esame di coscienza per ciascuno di noi – Lo hanno chiesto un vescovo calabrese, il nostro Cardinale e tanti altri sacerdoti alle proprie comunità. “Desideriamo chiedere scusa al fratello immigrato o profugo se non riusciamo a dargli l’accoglienza che merita”. È uno dei passaggi di una lettera dal vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, che è stata letta domenica 19 aprile in tutte le parrocchie della diocesi, quando, nello stesso giorno, avveniva l’ultima strage. Pur nella scarsità di mezzi e risorse, come Chiesa “cerchiamo – ha scritto il vescovo - di fare la nostra parte nell’opera di accoglienza, di mettere a disposizione le poche strutture che abbiamo, anche se mancano i mezzi economici, per renderle idonee. È un piccolo segno di partecipazione”. Monsignor Oliva ha chiesto scusa ai migranti “per tutte le volte, che, nella disperazione, ci siamo lasciati prendere da forme di esasperato individualismo e di egoismo. Mentre il fratello ci chiedeva asilo e attenzione, abbiamo rinserrato ‘i cancelli’ del nostro cuore”. “Non vogliamo lasciarci rubare la vocazione ospitale”, è l’appello del vescovo della Locride, tra le più povere e con un forte tasso di emigrazione che invita a “rinnegare ogni tentazione razzista”. “Non crediamo – ha sottolineato - che gli immigrati possano essere fautori di sconvolgimenti nella sicurezza sociale”. Da qui l’invito perché le parrocchie siano “uno spazio aperto, luoghi di dialogo, d’integrazione nella varietà delle sensibilità umane, spazi di dialogo e d’incontro, ove ci si educa a dialogare, a rispettarsi e a elaborare proposte d’inclusione sociale”. Un esame di coscienza, abbiamo detto, che interpella anche ciascuno di noi, di fronte al ripetersi delle tragedie del mare, prima come singoli e poi come comunità cristiane.

Ma la comunità cristiana non vive isolata dal contesto sociale ed economico che la circonda. È per questo motivo che ci sentiamo di chiedere, oltre ad una rinnovata solidarietà a tutti i discepoli del Signore, anche la collaborazione di tutte le forze sociali, politiche, economiche di Cernusco sul Naviglio affinché la città non si ripieghi su sé stessa e collabori, nei tempi e nei modi più opportuni, per fornire concreto aiuto a queste persone che, come sottolinea papa Francesco, sono come noi alla ricerca della felicità.

La Caritas cittadina ha recentemente destinato 5.000 € ai progetti di Caritas Internationalis per l’emergenza Siria e l’Associazione Farsi Prossimo Cernusco ha istituito una cassetta di raccolta offerte permanente (che in questo periodo si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta e nei prossimi mesi sarà spostata nelle altre Chiese della nostra città) per “Migranti e emergenze internazionali”.

 

Per informazioni o donazioni caritascernuscosn@gmail.com
Parrocchia Santa Maria Assunta – Caritas
cc IT34E0821432880000000025875
c/o Credicoop Cernusco sul Naviglio Piazza Unità d’Italia

CARITAS AMBROSIANA

 

Come donare:

- Con carta di credito sul sito http://donazioni.caritasambrosiana.it/

- C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus - Via S.Bernardino 4 - 20122 Milano.

- C/C presso il Credito Valtellinese, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

  IBAN: IT17Y0521601631000000000578

- C/C presso la Banca Popolare di Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

  IBAN: IT51S0558401600000000064700

- C/C presso Banca Prossima, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

  IBAN: IT97Q0335901600100000000348

  Causale: Terremoto in Nepal o Emergenza Siria

 

Le offerte sono detraibili/deducibili fiscalmente.

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