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“CERNUSCO NON SI RIPIEGHI SU SE STESSA”

 

Dopo il momento di riflessione e di preghiera dello scorso 1° maggio, la Comunità pastorale ha scritto una “Lettera aperta a tutta la città”: “ognuno collabori per fornire concreto aiuto ai migranti”.

 

 

La Comunità pastorale Famiglia di Nazaret ha invitato - lo scorso venerdì, 1° maggio,  nella chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta -  “tutti i fedeli e ogni uomo e donna di buona volontà” per “un momento di riflessione e di preghiera per le vittime causate dalla guerra e dall’odio e per i numerosi migranti che trovano la morte in mare.”

 

All’inizio della celebrazione, il responsabile della Comunità pastorale, don Ettore Colombo, ha spiegato il significato del momento di riflessione e di preghiera. «Siamo qui – ha detto don Ettore - a levare le nostre preghiere a Dio, a sentire la sua vicinanza e il suo conforto, ma soprattutto per farci carico noi per primi dei bisogni dei fratelli. Quando ci affidiamo a Dio non lo facciamo per lavarcene le mani, per dire “intervieni Tu, fai Tu qualcosa”,  ma per dire al Signore di convertire il nostro cuore e di renderci capaci di  fare qualcosa davanti al bisogno.» Il prevosto della città ha poi proseguito così: «Chiediamo l’intercessione di Maria, attraverso la preghiera del rosario: a lei che ha detto “si compia la Tua volontà, si faccia secondo il tuo cuore”».

È con queste intenzioni che don Ettore ha quindi invitato i presenti a “meditare i misteri del dolore, chiedendo a Maria, attraverso i suoi occhi e le sue sofferenze, di contemplare le sofferenze di Cristo, che oggi sono quelle di tanti nostri fratelli e di tante nostre sorelle che hanno bisogno anche del nostro aiuto e della nostra compassione, che non è uno sguardo lontano ma è il cuore che patisce insieme.»

 

La celebrazione è poi proseguita con l'ascolto della pagina evangelica di Matteo 25,31-46 - il giudizio universale - e la proiezione dell'intervento che il Card. Angelo Scola, ha fatto nella Chiesa di S. Stefano a Milano lo scorso 22 aprile, durante l'incontro di preghiera per i migranti che trovano la morte in mare. A questo momento di riflessione proposto dal nostro Arcivescovo è seguita la recita del rosario. Le avverse condizioni atmosferiche non hanno consentito di poter svolgere la tradizionale processione con il simulacro dell’Addolorata, dalla prepositurale al santuario di Santa Maria, che pertanto vi ritornerà in forma privata.

 

Dopo questo momento di riflessione e di preghiera, che ha raccolto alcune centinaia di persone, la Comunità pastorale ha ritenuto necessario compiere un secondo gesto significativo: una lettera aperta a tutta la città, che pubblichiamo integralmente su questo sito.

 

Come ci ha ricordato il nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola, “ognuno di noi non può non sentirsi responsabile, a livelli che ciascuno rintraccerà nel proprio esame di coscienza, di questa troppo lunga ed immane tragedia (dei migranti che hanno trovato la morte in mare, ndr).» Perché «tutti siamo parte dell’unica famiglia umana voluta da Dio.» Questa è la consapevolezza che ci deve guidare.

Purtroppo dobbiamo registrare che sinora troppo timidezze, se non indifferenza o addirittura contrarietà, anche nella comunità cristiana, hanno accompagnato la richiesta di solidarietà e di accoglienza verso gli immigrati che fuggono da situazioni di guerra, terrorismo e violenza.

 

La “lettera aperta” intende quindi invitare ciascuno a riflettere seriamente su questi drammi a cui stiamo assistendo e sollecitare gesti concreti di aiuto. Tutti – come ha scritto monsignor Bruno Forte - siamo «convocati a un esame di coscienza, che sia verifica della nostra storia personale e collettiva sulla misura che sola può veramente valutarla, quella aperta sull’orizzonte di Dio, Signore di tutto e di tutti»

 

Oltre a chiedere «una rinnovata solidarietà a tutti i discepoli del Signore», nella lettera aperta, in conclusione, si sollecita anche «la collaborazione di tutte le forze sociali, politiche, economiche di Cemusco sul Naviglio affinché la città non si ripieghi su sé stessa e collabori, nei tempi e nei modi più opportuni, per fornire concreto aiuto a queste persone (i migranti, ndr) che, come sottolinea papa Francesco, sono come noi alla ricerca della felicità.

 

 

Cernusco sul Naviglio, 4 maggio 2015 

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