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HOME > Cernusco7 > 2 Marzo 2015

CHIUSO IL “PUNTO NASCITA” DELL’OSPEDALE UBOLDO

Con una locandina affissa presso il nostro ospedale e con un comunicato riportato sul website dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano è stato annunciato che «il 1° marzo chiude il Punto nascita dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio. Le attività saranno concentrate all’ospedale di Melzo».

 

È stata così posta la parola fine ad una vicenda che per quasi cinque mesi ha visto coinvolti e partecipi i cernuschesi. Il comunicato dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano spiega che «Il 1° marzo chiuderà il Punto Nascita dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio. A decorrere dalla stessa data cesseranno l’attività il pronto soccorso ostetrico-ginecologico e il reparto di ostetricia e ginecologia dello stesso presidio. Tutte queste attività saranno concentrate nell’ospedale di Melzo.

L’accorpamento rientra nell’ambito della riorganizzazione dei Punti Nascita dell’Azienda  Ospedaliera di Melegnano (e di altre Aziende lombarde), in coerenza con un Accordo Stato/Regioni del 2010 che prevede di concentrare alcune attività in un numero minore di ospedali per garantire livelli qualiquantitativi sempre migliori.

In questa ottica, l’Azienda Ospedaliera di Melegnano ha avviato un programma di riordino dell’offerta assistenziale che consiste nel mantenere le fasi del travaglio e del parto in due soli ospedali: Ospedale di Melzo a nord, Ospedale di Vizzolo Predabissi a sud.

Nel contempo, per rendere più agevole alla popolazione femminile l’accesso a tutte le altre prestazioni connesse alla gravidanza sia nella fase precedente, sia durante la stessa, l’Azienda Ospedaliera manterrà – anche potenziandole – le prestazioni ambulatoriali a nord, sia presso l’Ospedale di Cernusco, sia presso quello di Vaprio e, naturalmente, in quello di Melzo. Le donne potranno così rivolgersi a questi ospedali per essere seguite durante la gravidanza sia fisiologica che patologica, per seguire il corso di psico-profilassi al parto nonché per far seguire il proprio piccolo dopo la nascita. Sarà anche possibile eseguire esami diagnostici (pap-test, tamponi vaginali, ecografie sia ostetriche che ginecologiche etc.); accedere agli ambulatori ginecologici, essere sottoposte ad interventi chirurgici ambulatoriali o ad interventi di IVG. Presso gli ospedali di Melzo e di Vizzolo Predabissi, oltre a tutto ciò, saranno eseguiti anche interventi chirurgici maggiori.

In più, per dare le migliori risposte alle necessità ed ai bisogni della popolazione, sono in atto accordi con i consultori familiari della ASL Milano 2 per rendere sempre più adeguati i percorsi assistenziali tra ospedale e territorio.»

 

Punto di vista – Lo abbiamo già scritto, ma giova ripeterlo: è stato senz’altro un fatto positivo che, contro la decisione della chiusura del Punto nascita dell’opedale cittadino, sia stata innanzitutto la società civile a muoversi per prima, con le mamme che hanno partorito all’Uboldo e con le gestanti che l’hanno scelto per il lieto evento: segno che, quando ci sono ragioni serie ed esempi positivi, le persone desiderano esserci e far sentire la propria voce.

In questi mesi abbiamo rifuggito dalla tentazione di difendere il nostro campanile, vale a dire la strenua salvaguardia dell’ospedale sottocasa, cercando invece di volgere lo sguardo più lontano. Un recente rapporto ha riconfermato che dove si fanno più inter­venti si muore meno. Di contro, le strutture che non rispettano gli standard di sicurezza, intesi come il minimo di prestazioni, sono anche quelle che presentano i maggiori ri­schi per i pazienti.

La scelta della chiusura del Punto nascita del nostro ospedale  è stata giustificata con la necessità di “riorganizzazione dei Punti nascita dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano (e di altre Aziende lombarde), in coerenza con un Accordo Stato/Regioni del 2010 che prevede di concentrare alcune attività in un numero minore di ospedali per garantire livelli qualiquantitativi sempre migliori”. Il futuro ci dirà quanto questa scelta sarà stata lungimirante oppure no.

La chiusura del Punto nascita e una più generale riorganizzazione del nostro Ospedale possono essere comprese ed accettate dai cernuschesi, in tempi di risorse scarse, come lo sono quelli attuali, solo se orientate a preservare, anzi a migliorare, il ruolo primario e insostituibile della sanità pubblica nell’ambito della tutela della salute dei cittadini. (C.G.)

 

 

Cernusco sul Naviglio, 2 marzo 2015

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