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HOME > Cernusco7 > 2 Febbraio 2015

SPORT, PRIMO E PIÙ GRANDE COLLANTE SOCIALE

“24 ore”: il dibattito su “Il meglio dello sport deve ancora venire” è stato condotto dal direttore della “Gazzetta dello sport”, Andrea Monti. È intervenuto anche il presidente del CONI.

 

Collocato all’inizio del pomeriggio era destinato ad accogliere esponenti politici autorevoli, dal sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, con delega allo sport, Graziano Delrio, al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e a Gianni Letta, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi. Per motivi istituzionali, le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, i politici citati hanno fatto sapere che non potevano arrivare in tempo, ma il dibattito è stato comunque interessante.

Il primo e più grande collante sociale  - Monti ha esordito dicendo che “non so quale futuro abbia lo sport ma so che si può fare molto per il futuro dello sport. Prima di formulare proposte per lo sport bisogna però sapere che idea si ha di sport.”  La sua idea di sport “maturata tirando i primi calci all’Oratorio di Vimercate, è di considerarlo il primo e più grande collante sociale  che abbiamo.  Lo sport è l’unica cosa che assieme alla grande  musica non ha bisogno di mediazioni culturali e di traduzioni. Si spiega da solo.”

Straordinario strumento educativo - Massimo Achini - presidente del Centro Sportivo Italiano, promotore della “24 ore” - ha espresso il desiderio che “tutto lo sport, dalla più piccola alla più grande società, prenda terribilmente sul serio l’idea che lo sport è uno straordinario strumento per vincere una delle poche partite che oggi nessuno può permettersi di perdere: quella di educare i giovani alla vita. Noi vorremmo vedere una grande alleanza concreta per metterci tutti insieme per tirare fuori le straordinarie potenzialità educative che ha lo sport”

Sport  come strumento di integrazione, educazione e riabilitazione - Per Luca Pancalli del Comitato Italiano Paralimpico, portabandiera degli sport paraolimpici, “quello che forse sbagliamo è nel voler categorizzare tutto: sport in oratorio, sport sociale, sport agonistico … Come se lo sport agonistico non fosse anche sociale. Questa visione ha spinto,  anche chi fa comunicazione, a perdere di vista ciò che dobbiamo comunicare alle persone che guardano  alla grande competizione:  sport  come strumento di integrazione sociale, di educazione e di riabilitazione.” Perché  “quando noi presentiamo campioni disabili che si sono affermati nello sport facciamo passare l’immagine che le persone disabili non sono tutte tristi, da assistere, ma persone che, se hanno delle opportunità, possono riuscire a rompere le catene con le quali la sfortuna le ha in qualche modo strette.”

“Lo sport è vita – per Michele Uva, direttore generale della FIGC – e non ci sono dubbi. È il contenitore più grande che abbiamo nella nostra vita: dove mettiamo passione, amore, sacrificio, uguaglianza, sofferenza. Lo sport è vita ed è la giusta palestra per crescere sani: con i valori dell’amicizia e dell’accompagnamento.”

Impegnarsi insieme - Ancora Achini: “operare in una società di base costa una fatica terribile. Si diventa matti da mattina a sera. Ci aspettiamo che si possa fare un’unione di pari dignità tra sport di base e sport di vertice, che si possano fare insieme cose meravigliose per la promozione sportiva, per la pratica sportiva, per farla crescere e battere il tasso di sedentarietà, per educare i giovani alla vita. L’Oratorio è stato il centro dello sport in Italia. Siamo qui per dare la nostra disponibilità, per fare la nostra partita, piccola ma straordinariamente importante.”

Università e scuole, nuova frontiera per lo sport - “Noi abbiamo bisogno di iniziative come questa ‘24 ore’ – ha detto Giovanni Malagò, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) - che unisce lo sport di base e lo sport di vertice.” Ha poi fatto accenno ad un recente studio che ha rilevato una diminuzione del tasso di obesità nei ragazzi tra gli 8 e i 10 anni: “i ragazzi se sono sovrappeso costano al nostro Paese per via delle malattie che possono insorgere. Il Coni ambisce a dare una mano per migliorare la qualità della vita delle persone.” Ha quindi parlato dell’impegno nelle università e nelle scuole come di “nuova frontiera per lo sport italiano” e dell’importanza che “dello sport di base si occupino persone capaci, che abbiano anche una cultura di gestione dell’impiantistica e professionalità”. Lo sport poi “non può dimenticare chi è diversamente abile, che mentalmente è più abile di chi è normodotato”.

Nella scuola, un corso allo sport - In conclusione del dibattito, Andrea Monti, ha proposto la sua idea per lo sport: “la scuola italiana deve smettere di fare qualche oretta di educazione fisica e cominciare veramente a impegnarsi in un corso allo sport, che comprenda educazione fisica, educazione all’alimentazione, educazione al tifo, contrasto al bullismo” e ha, infine, suggerito di “infilare nella scuola, che è un’istituzione giustamente laica, un’iniezione di entusiasmo e di idee dello sport in Oratorio.”

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Cernusco sul Naviglio, 2 febbraio 2015

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