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HOME > Cernusco7 > 12 Gennaio 2015

HP CONIUGA TECNOLOGIA E CULTURA

Il colosso mondiale della tecnologia, che ha la sede italiana nella nostra città, è promotore di un importante progetto  - “L’educazione per il 21° secolo” - per  “formare i nuovi italiani”    

 

«“Quella che stiamo vivendo non è una crisi, è una trasformazione. E noi dobbiamo capire dove vogliamo andare, delineare la strada, ritrovare la nostra identità. Sarà la cultura a salvarci”. A parlare non è un insigne letterato, no. È l’amministratore delegato di Hp Italia, ai vertici della più grande azienda tecnologica del mondo, presente in 170 Paesi, con 112,3 miliardi di dollari di fatturato nel 2013, 317mila dipendenti (5mila in Italia), che firma un terzo delle stampanti, la metà delle workstation e un quarto dei pc e dei server venduti nel nostro Paese. La Hp way, la via del futuro di Stefano Venturi, non è allora solo tecnologia e innovazione. È cultura. Le altre due sono “strumenti”. Dalla finestra del suo studio, nel quartier generale italiano, a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano, Venturi guarda la riproduzione del garage di Palo Alto (monumento nazionale della California) in cui i due studenti di Stanford, Bill Hewlett e Dave Packard nel 1939 diedero vita alla Hp.»

«“In occasione dei 75 anni di Hp e dei 50 in Italia - dice Venturi - abbiamo voluto ripercorrere la nostra storia: guardare indietro per andare avanti. La cosa che mi colpisce di questo percorso è che Hewlett e Packard hanno fatto della ‘trasformazione’ la loro forza. Innovazione e cambiamenti continui, coinvolgendo persone con esperienze diverse. Ma senza cambiare la cultura d’impresa e i valori fondanti del sogno dei due giovani studenti che vedevano il futuro da un garage”. Quel garage a Cernusco sul Naviglio - dove Hp ha realizzato l'Innovation Center che sforna progetti di altissimo livello per tutta Europa e realizza server potentissimi per l'era del big data - ricorda a tutti il valore delle origini. E della cultura.»

“L’educazione per il 21° secolo” - «Non è un caso allora se Hp si è fatta promotrice, proprio nell’anno del 50° anniversario in Italia, di un importante progetto “a molte mani” con The European House-Ambrosetti, “L’educazione per il 21° secolo”. Non solo una ricerca, ma una grande proposta culturale per decidere come “formare i nuovi italiani”. “Cre­do che l'Italia di domani - continua Venturi- potrà nascere non solo con università eccellenti, ma cominciando dai più piccoli: da quando i bambini imparano a interagire e a mettere in piedi la scala delle priorità. La rivoluzione comincia dalla scuola». In­vece nel nostro Paese, dal 1990, gli investimenti nell'educazio­ne sono scesi dal 5,4% al 4,5%, la metà delle scuole appartengo­no a investimenti edilizi fatti prima del 1974 e le lezioni tradi­zionali sono l’approccio di insegnamento per il 76% degli istitu­ti. Che fare allora? “Democratizzare la formazione - risponde Venturi - utilizzando le opportunità che la tecnologia può da­re”. Tablet e pc a scuola per tutti? “Non si tratta di questo. Molte scuole sono piene di computer e il 98,5% dei ragazzi che vanno a scuola hanno in mano già strumenti di questo tipo. Il proble­ma non è l’apparato, ma i contenuti. Anzi, di più, la loro condivisione. La sfida è "federare” i contenuti, condividere le informazioni, i pro­getti fra le classi, le scuole, le regioni e perché no, fra le nazioni. La tecnologia non come fi­ne, ma come strumento. E come “luogo", per­ché la vera innovazione sta in alto, nella... nu­vola». Ecco, il progetto di Hp è quello di crea­re “una grande nuvola didattica, che possa generare gruppi di lavoro estesi, equalizzare verso l’alto l'eccellenza delle scuole, permettere a studenti di Trieste e di Lecce di confrontar­si sugli stessi percorsi, eliminando le differen­ze strutturali e sociali”. Sono quattro le regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Puglia) che hanno cominciato una speri­mentazione. “Vedremo dove porterà”». (fonte: Avvenire, 30 dicembre 2014)

 

Cernusco sul Naviglio, 12 gennaio 2015

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