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HOME > Cernusco7 > 23 Giugno 2014

FATEBENEFRATELLI: DA 75 ANNI
TESTIMONI DELLA CARITÀ NELLA NOSTRA CITTÀ

Il 15 giugno 1939 iniziava ad operare l’Istituto Fatebenefratelli “Villa Sant’Ambrogio”. Laprima sede fu nella Villa “Carini-Gervasoni” (oggi sede della Curia provinciale).
 

 

I Fatebenefratelli arrivarono in città sul finire del 1938, ma aprirono il loro primo Istituto “per ilricovero e la cura degli alienati di sesso maschile e femminile” il 15 giugno 1939. Dopo aver acquistato Villa Carini-Gervasoni e gli stabili anticamente sede di una filanda, nel 1948 acquistarono dal barone Giulio Pizzini della Porta anche la Villa Alari, già dei Visconti di Saliceto. La Villa Carini-Gervasoni fu acquistata dal Padre provinciale dei Fatebenefratelli in ricordo del IV centenario della fondazione dell’Ordine. Nel 1939 furono accolti 194 uomini e 258 donne.  

Su Voce Amica, di marzo 1939, il cronista dell’epoca annotava: “E ormai da mesi questi frati li vediamo fra noi, tutti intenti e laboriosi a preparare qualcosa di ... grandioso nel nostro paese ... E guarda che destino hanno - del resto un bel destino! - le ville settecentesche, e tanto rinomate un tempo, della nostra Cernusco. Prima erano casa di signori, luoghi di grandezza e di godimento, oggi ricoveri di carità!”

Cinquanta’anni dopo, il priore dell’Istituto, fra Eliseo Paraboni, scriveva: “La sua vitalità (riferendosi alle attività dell’Istituto cernuschese) è sempre stata prorompente già in passato quando, con iniziative che precorrevano i tempi e le leggi, il Fatebenfratelli di Cernusco ha spalancato le porte delle corsie e dei reparti, favorendo iniziative atte ad attenuare la pesante monotonia quotidiana. Oggi, in un momento di transizione e di ricerca di nuovi modelli di applicazione della legge 180, il Fatebenefratelli continua ad offrire servizi psichiatrici validi, apprezzati e peraltro riconosciuti dagli organismi competenti ed è proteso all’individuazione di elementi e strutture atte a migliorare la riabilitazione psichiatrica.”

Come noto, arrivò poi, nel 2001 il trasferimento dell’Istituto dall’inizio di via Cavour all’attuale sede,  moderna e funzionale, in prossimità della rotonda della tangenzialina. In seguito, il 2 marzo 2007, in Villa Gervasoni, fu sottoscritto l’atto notarile per l’acquisizione, da parte del nostro Comune, della Villa Alari.

L’Ordine religioso dei Fatebenefratelli, a cui appartiene il Centro Sant’Ambrogio di via Cavour ha come valore centrale l’ospitalità, che si esprime e si concretizza nei quattro valori guida di qualità, rispetto, responsabilità e spiritualità.

«Il nostro Ordine Ospedaliero – si legge sul sito web della Curia generalizia dei Fatebenefratelli -  attualmente è presente in cinquanta Paesi dei cinque continenti, con circa 400 opere apostoliche.

Nel nostro impegno verso le persone che soffrono operiamo nel campo della sanità e del sociale. La Chiesa ci definisce come un Ordine mendicante, ed abbiamo sempre cercato di agire con un atteggiamento di assistenza nei confronti delle persone che ne hanno bisogno. Siamo al servizio dei malati in generale e dei malati mentali in particolare. Negli ultimi tempi, inoltre, abbiamo promosso la creazione di unità per cure palliative, per malati di AIDS, per persone colpite dal morbo di Alzheimer, ecc. Abbiamo anche dei Centri specializzati per persone con disabilità mentali e/o fisiche, per anziani, per senzatetto, e portiamo avanti dei programmi per tossicodipendenti o per persone con dipendenza da alcol. Oltre alle cure, alla riabilitazione, all’accompagnamento per i malati o per gli emarginati, nella nostra identità di centri cattolici, pur trovandoci in società tanto diverse, cerchiamo di promuovere l’evangelizzazione, trasmettendo con la nostra parola, ma soprattutto con la nostra vita, la Buona Novella che ci è stata portata da Gesù Cristo. Il nostro primo modo per evangelizzare è quello di accogliere tutte le persone così come sono, ed intervenire nel processo di avvicinamento a Cristo e alla Sua Chiesa come ricerca del significato vero della vita. Nel nostro mondo, sempre più materialista e secolare, ci sentiamo espressione della Chiesa della carità.»

 

Punto di vista - Nel tempo si è modificato il rapporto tra l’Istituto e la città, ma anche con le parrocchie: un tempo più vivace e frequente, soprattutto negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, ora più formale e occasionale, complice forse la diminuzione delle vocazioni religiose, da una parte, e una pastorale meno attenta alle “periferie esistenziali” dall’altra. Ci auguriamo vivamente che, anche grazie ai volontari e alle associazioni che collaborano con i religiosi, tutti i cernuschesi abbiano a cooperare affinché il Centro Sant’Ambrogio di via Cavour diventi sempre più parte integrante dell’identità della nostra città, identificandolo con il cuore pulsante della carità e della solidarietà. Questo è il nostro augurio per il 75° dell’Istituto.  

C.G.

Cernusco sul Naviglio, 23 giugno 2014

 

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