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HOME > Cernusco7 > 21 Aprile 2014

CONFERMATO IL TAGLIO
AL CONTRIBUTO COMUNALE AL “SORRE”

L’assessore Rita Zecchini, nel corso della seduta del consiglio comunale dello scorso 7 aprile, che ha discusso e approvato il Bilancio preventivo 2014/2016, ha comunicato che è in corso di definizione il contenuto normativo ed economico della nuova convenzione con la scuola materna paritaria “Sorre”. Ma ha anche anticipato che il contributo comunale diminuirà di circa trentamila euro e che la convenzione sarà costruita su parametri specifici.

 

Il temuto taglio quindi c’è stato, come avevamo preannunciato già nello scorso gennaio. Un taglio che si allinea con quelli fatti nei due anni precedenti. La convezione tra Comune e Scuola paritaria Sorre è scaduta lo scorso 31 dicembre 2013, ma le parti hanno concordato la sua proroga per altri sei mesi, per far poi coincidere l’inizio della nuova convenzione con quello dell’anno scolastico e non più con l’anno solare. Di questo previsto taglio, la scuola “Sorre” ne ha già tenuto conto nel programmare il nuovo anno scolastico 2014/2015.

La nuova convenzione dovrebbe, come aveva già anticipato l’assessore Zecchini in un precedente consiglio comunale, anche prevedere l’obbligo per la scuola paritaria di determinare le rette sulla base della certificazione Isee e non più su autodichiarazioni.

Il contributo comunale alla scuola è progressivamente diminuito in questi ultimi anni. Nel 2011, il contributo spettante, in base alla convenzione allora vigente, era passato da 301.000 euro del 2010 a 270.000 euro; nel 2012 è sceso a 250.000 euro e nel 2013 a 208.000 euro (in quest’ultimo caso, perché riparametrato sulla diversa durata, rispetto allo scorso anno: da settembre 2013 a giugno 2014 e non su dodici mesi).

Liberta educativa, una “grave discriminazione” - Sulla difficile situazione che le scuole paritarie italiane si trovano a dover affrontare, in modo particolare in questo periodo di crisi, è intervenuto ancora una volta, lo scorso 27 gennaio, il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana. «La scuola, dopo la famiglia dove il papà e la mamma sono i naturali e irrinunciabili maestri, è un grande spazio di istruzione e educazione dei giovani nelle diverse età. Compito affascinante, quello di insegnare ed educare al contempo. Compito non sempre dovutamente riconosciuto dalla società, ma sempre ampiamente apprezzato dalla Chiesa. Anche la Chiesa, infatti, ha nel suo DNA la missione di evangelizzare e di educare il popolo di Dio nelle varie età della vita.» Poi ha aggiunto: «non possiamo – per ragioni di giustizia – non rilevare ancora una volta la grave discriminazione per cui, nel nostro Paese, da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari. In questa sede vogliamo ringraziare pubblicamente e confermare la nostra crescente stima verso le comunità cristiane e gli istituti religiosi che resistono con altissimi sacrifici per non chiudere le loro scuole, spesso anche di grande prestigio storico e culturale. Ogni anno, chiudere delle scuole cattoliche – di qualunque ordine e grado – rappresenta un documentato aggravio sul bilancio dello Stato, un irrimediabile impoverimento della società e della cultura, e viene meno un necessario servizio alle famiglie.»

 

Punto di vista – Per denunciare la discriminazione richiamata dal cardinal Bagnasco, i cattolici cernuschesi devono essere convinti dell’importanza del pluralismo educativo e della libertà di scelta, senza per questo voler sminuire la funzione della scuola statale. Invece, su questo tema si deve purtroppo registrare tanta tiepidezza, se non vera e propria indifferenza anche nella nostra Comunità pastorale.

C.G.

 

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