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HOME > Cernusco7 > 23 Dicembre 2013

VISITE ALLE FAMIGLIE: “CHE ABBONDANZA DI UMANITÀ E DI GRAZIA HO TROVATO!”

Si sono concluse le visite alle famiglie, in occasione del Natale, che quest’anno, per la prima volta, hanno visto anche la partecipazione dei laici, in aiuto ai nostri sacerdoti. Abbiamo raccolto le testimonianze di coloro che hanno vissuto questa prima esperienza per offrire così un quadro delle diverse sensibilità ed emozioni che l’hanno caratterizzata. 

 

Accettazione dell’incarico - I laici all’inizio hanno avuto, forse tutti, timori,  titubanze e perplessità che in parte sono state espresse negli incontri di preparazione alle visite.

Ho accettato questo servizio della visita natalizia, perché durante la messa della domenica sera ho ascoltato l’appello del nostro parroco, don Ettore, e per amore di lui e per obbedienza alla Chiesa, ho preso questo impegno, anche se mi sento molto indegna.

Io non credevo molto alle benedizioni  delle famiglie compiuta dai laici.  Da circa due anni il nostro parroco chiedeva  di essere aiutato anche dai laici nella visita natalizia.  Tuttavia le motivazioni non riuscivano a smuovermi; poi le parole di papa Francesco e la lettera pastorale dell’Arcivescovo sono riuscite a vincere la mia pigrizia.

Mi sono reso consapevole che la richiesta di collaborazione per la benedizione natalizia delle famiglie, che avevo ascoltato con distrazione, costituiva per me una chiamata a impegnare la mia libertà e il mio tempo in un’iniziativa di cui non ero l’autore. Mi sono presto reso conto che l’autore era il Signore stesso.

 

I compagni di viaggio - Chi mai avrebbe detto che i compagni di viaggio potevano essere una risorsa?

Per me è stata una bellissima esperienza; in primo luogo ho potuto conoscere meglio la mia “compagna di avventura” con la quale mi sono trovata benissimo.

Ho cambiato nelle cinque settimane molti “ compagni di viaggio”.  Prima di andare nelle famiglie chiedevamo al Signore di essere degni testimoni e ci scambiavamo le impressioni degli incontri precedenti, parlavamo di noi e delle nostre famiglie.  Che abbondanza di umanità e di grazia ho trovato!

Non ho avuto compagni di viaggio  fissi. Va bene così.  L’incontro con loro è stato sempre una ricchezza che mi ha provocato ad essere me stesso e a condividere con loro la gioia della compagnia nella Chiesa.

 

Le vie assegnate - L’assegnazione delle vie e dei numeri civici veniva proposta da Alberto. Vicine o lontane dalla propria abitazione, le vie ponevano qualche dubbio o incertezza, ma poi …

Mi è stata assegnata una via  proprio accanto alla mia, mentre avrei preferito non conoscere le persone; al contrario questo mi ha agevolato ad aprirmi perché incontrandomi con conoscenti si poteva liberamente conversare.

Mi sarebbe dispiaciuto incontrare persone conosciute perché, pensavo, mi avrebbero potuto ricordare la mia indegnità a questo servizio. Nei due o tre casi che mi sono capitati le realtà ha rovesciato la mia aspettativa.  Le vie assegnate vicine e lontane, mi hanno sempre lasciato il profumo della missionarietà.

 

Accoglienza - In tutti gli incontri, salvo qualche rarissima eccezione, ha impressionato la meravigliosa scoperta dell’accoglienza, che ci è stata riservata, da parte delle famiglie, avvalorando il nostro impegno.

Ringrazio quelle famiglie che ci hanno accolto con gioia chiedendoci di fermarci a prendere un caffè; ancor più per quella porta aperta con gioia da due fratelli ed un amico che ci aspettavano. Tutti hanno pregato con tanto entusiasmo con noi e poi ci hanno parlato dei loro studi e dei loro genitori ancora al lavoro.

Pochissimi restavano colpiti in modo negativo dalla presenza dei laici, che venivano al posto dei sacerdoti. Tutti ci chiedevano di venire visitati tutti gli anni e non solo ad anni alterni.

Davanti a me si sono aperte tante porte, dietro le quali, tante persone gentili ci hanno accolto, ognuna con un sorriso ed una parola che veniva dal cuore.

Ogni incontro con le famiglie e le persone singole è stata una sorpresa perché ho sperimentato un’accoglienza calorosa, timorosa, nostalgica, sospettosa, spaesata …, frutto della  attesa,  dovuta alla visita di Dio, che pianta la sua tenda in mezzo a noi, anche nel quotidiano.

 

Esperienze - In non pochi casi ci sono state relazioni, tra i visitatori e le persone visitate, che hanno lasciato un segno.  Questo fatto ha aperto gli occhi della fede ad entrambi, perché ognuno ha compreso il limite della propria umanità ed ha vissuto con gioia la presenza del divino.

Abbiamo incontrato persone che, oltre alla porta, ci hanno aperto il loro cuore e ritengo che lo abbiano fatto con semplicità, proprio perché davanti a loro c’erano dei laici, che potevano meglio capire le loro difficoltà lavorative e familiari.   Ad esempio, una donna che dopo venticinque anni di matrimonio, si era separata da poco, si sentiva sola.   Ci aveva confessato  che aveva smesso di piangere, allora noi le abbiamo dato un poco di conforto con la nostra presenza, le nostre parole, tanto che salutandoci ci ha abbracciato.

Un’altra famiglia, attraverso le fotografie  dei figli e dei nipoti esposte nei portaritratti, sparsi un po’ in tutta la casa,  ci ha raccontato la sua vita.   Quella sera abbiamo finito più tardi del solito; quantunque stanche siamo state appagate dagli incontri vissuti.

Ho visto porte aperte di casa e del cuore ed io mi sono sentita uno strumento di Cristo, come vorrei essere  docile, mansueto, pieno di amore per poter dargli una mano.  Mi auguro che con il mio sorriso e il mio niente, abbia fatto trasparire la bellezza di Cristo, nostro Signore. Spero che queste visite segnino per la nostra Chiesa una crescita consapevole, fatta anche di noi laici. Ognuno di noi ascolti la propria chiamata e come me,  anche molti altri, il prossimo anno, s’impegnino nella visita natalizia.

Le situazioni di dolore e di malattia che abbiamo incontrato nelle famiglie visitate ci hanno lasciato un segno profondo,   però,  quanto si incontravano  famiglie con bambini, o giovani sposi o nonni impegnati nell’amorevole cura  dei nipotini, ogni tristezza veniva cancellata.

 

La  preghiera - Una preghiera ha accompagnato il rito dell’aspersione in ogni visita. Nessuno ha sollevato commenti sulla preghiera, invece qualcuno,  per cause di forti sofferenze, ci ha invitato ad un’ulteriore presenza del divino nella loro vita. Per questo abbiamo risposto unendoci in preghiera nella comunione dei cuori e nella comunità della Chiesa.

Ogni volta che recito il Padre nostro, prego per le persone con le quali l’ho recitato nelle loro case; allora quando mi capita di passare vicino alle case che ho visitato, non le sento più anonime, ma ricordo le persone incontrate.

Alcuni  durante la recita del Padre Nostro si sono messi a piangere altri, dopo momenti di titubanza nell’aprirci la porta, poi non ci lasciavano più uscire, raccontandoci la loro vita; persino degli islamici, dopo aver ascoltato il Padre nostro, ci hanno poi offerto un piatto di biscotti.

Di solito si recitava il Padre nostro con le mani nelle  mani degli uni negli altri.   Questo gesto di comunione, spiegava meglio delle nostre parole perché la forza preghiera era dovuta alla  grazia del Signore ed alla Sua misericordia che sono più potenti delle nostre malattie e dei nostri problemi.

Mi ha colpito la richiesta di una persona affetta da tante problematiche di salute. La signora ci ha chiesto una preghiera particolare per lei e noi non abbiamo promesso solo di ricordarci dei suoi desideri, ma abbiamo pregato insieme, anche con i familiari presenti, perché potesse avere la consolazione dallo Spirito.

 

Evangelizzare - Il Signore paga con una misura scossa, pigiata ed abbondate. La moneta è la Sua parola, che una volta ascoltata, diventa annuncio di gioia piena e non ci serve altro, anzi ci basta che Cristo sia tutto per noi.

Per la prima volta, provocato da queste visite natalizie, penso di essermi preparato alla festa del Natale nella maniera più giusta:  disponibile agli incontri che il Signore mi ha fatto fare e più attento a ciò che mi sta chiedendo. Anche la mia preghiera non considerava più solo l’esigenza delle mie necessità, ma anche quelle degli altri affidando al Signore la vita e i dolori delle persone che avevo incontrato.  Per non dimentica, mi prenoto per il lavoro del nuovo anno.

Tante diversità hanno arricchito la mia esperienza umana e la mia maturità cristiana. Questo gesto ha reso la mia vita partecipe all’annuncio di Gesù ed ancor più ho vissuto la gioia della comunione fraterna.

Lo spessore incontrato del bisogno umano, sia materiale che spirituale, mi ha costretto a verificare, con onestà, la solidità della mia fede.  Il bisogno antropologico e la povertà di esperienza religiosa, mi hanno  sviluppato il desiderio di una più autentica testimonianza, in particolare, in ambito  missionario, come ci ha fato capire papa Francesco dicendo : “la Chiesa non è una ONG”.

Vorrei continuare questo cammino con voi nelle forme che la fantasia e la provvidenza vorrà donarci.

Dopo l’incontro con una persona squisita ho accettato l’incarico.  Ora sono piena di gioia per aver comunicato la mia fede ad altre persone, che sono state tutte disponibili ed accoglienti.

Sono piena di gioia per essere stata una missionaria, proprio nelle case della nostra Cernusco. Ringrazio tutti coloro che me l’hanno permesso.

 

Ringraziamenti - La gioia nel cuore non può che terminare in una risposta di ringraziamento, per ogni eco che ci ritornerà,  senza mai aver ragione di spegnersi.

Ringrazio il Signore, la Parrocchia e i compagni di viaggio per questo dono che mi è giunto con stupore che è esploso dopo la conclusione delle visite natalizie.   Porto nel mio cuore la meraviglia di una Chiesa che cammina e si estende oltre le mura di un edificio,  di una città e di ogni cuore.  Questa Chiesa  apre le porte a tutti e va incontro a tutti.  Porto dentro di me i volti delle persone visitate, che nella loro famiglia  sono autentiche Chiese domestiche. Porto le preghiere dette insieme. Porto gl’ingressi  che non si sono aperti dandomi la consapevolezza che Cristo tante volte bussa al nostro cuore, in ogni momento e noi non apriamo rifiutando la gioia piena che Lui vuole portarci, insieme alla salvezza ed alla certezza che Dio ama tutti i suoi figli fino ai confini della terra, oltre i nostri limiti, le nostre miserie, i nostri rifiuti, i nostri peccati.

Quando si fa qualcosa  per amore di nostro Signore Gesù, non può che restare l’Amore dato e ricevuto.

A cura di Paolo Fiorani

 

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