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HOME > Cernusco7 > 4 Novembre 2013

IL SINDACO PIROLA, “AUTENTICO FIGLIO
DEL NOSTRO BUON POPOLO LAVORATORE”

Sessant’anni fa, il 6 novembre 1953, a soli 38 anni, moriva il dottor Mario Pirola, Sindaco di Cernusco dal 1945 al 1953. Importante fu il suo contributo alla ricostruzione e allo sviluppo del nostro paese dopo la seconda guerra mondiale, ma soprattutto il suo ricordo rimane vivo come esempio di buon amministratore pubblico.

 

«Questo autentico figlio del nostro buon popolo lavoratore, che seppe colla sua te­nacia assurgere al posto di primo cittadino e, se fosse sopravvissuto, avrebbe forse oc­cupato posti di maggior responsabilità ed onore, per noi di Cernusco fu sempre "il Pirola” o "il Mario”, tutt'al più il "Dottor Pirola” (ma oggi di dottori è pieno il mondo e il paese, da non farci più caso!) o, se volete, "il Sindaco”, senza però il "Signor”, insomma uno di noi, come noi: ed i coetanei, e tant'altri, lo trattavano col “Tu”»: così monsignor Claudio Guidali, prevosto di Cernusco dal 1930 al 1962, dalle pagine di Voce Amica del dicembre 1953, iniziava il suo lungo articolo in ricordo di Mario Pirola, sindaco della nostra città dal 1945 al 1953, prematuramente scomparso a soli 38 anni.
«La sua mente - è sempre Guidali che scrive - il suo intelletto erano aperti al facile apprendere e ritenere, possedevano il perfetto equilibrio nel giudicare persone e fatti. La volontà era adamantina e, congiun­ta ad un dinamismo tutto particolare, lo faceva arrivare dove tendesse. La sua fermezza, chiamiamola pure durezza, vinceva ogni opposizione o  difficoltà: quanto più l’ostacolo era duro, ci prendeva gusto, partiva in quarta e passava. La visuale dei problemi moderni era realistica e lungimirante: nella risoluzione non fu mai rischioso, audace sì.
I problemi gli affluivano alla mente numerosi, l'uno dopo l'altro: man mano li studiava e, quando s'era persuaso della loro bontà ed attuabilità, cercava a chi li potesse affidare e, se lo trovava abile e sicuro, glieli lasciava in mano, mentre Lui passava ad altro. E' così che potè far molto e bene.
Nel suo operare non era sostenuto né dall'orgoglio né dall'interesse, ma da una passione nata con Lui, che crebbe con gli anni: quella di far del bene il più possibile: sacrificare sè per il bene altrui. Risultante della sua formazione religiosa.»

Il prevosto Guidali, nel proseguo del suo scritto, traccia quindi un ritratto di Mario Pirola sottolineando alcuni aspetti fondamentali della sua personalità, che in sintesi riprendiamo.

Il cristiano integrale - «Cresciuto in una famiglia religiosa, studiò seriamente, profondamente la Dottrina Cri­stiana (che poi insegnerà per molti anni all'Oratorio), la fece sua e volle vivere in completa conformità ai suoi principi morali. Fra i suoi libri, il più sciupato per il tanto uso che ne fece è l'Imitazione di Gesù Cristo. Al posto d'onore erano il Vangelo e la Bibbia.»
Guidali rende poi anche pubblica una lettera che Pirola aveva scritto a sua moglie: "Ho sacrificato tutta la mia vita pel bene altrui: so sacrificare anche gli affetti più cari della famiglia: tu, mia moglie, seguimi su questa strada ". Queste parole, sottolinea il Prevosto, diventano il “testamento morale” per i suoi famigliari e “scuola per noi tutti”.      

Nell’Azione Cattolica «vi si ascrisse prestissimo, e fu il suo primo campo d’azione. L’Associazione Gioventù Maschile “Constantes”, a Cernusco, era stata la culla degli altri gruppi d'Azione Cattolica, aveva dato uomini in gamba al Partito Popolare e al Comune.» 

Il partigiano - «Inabile al servizio militare, ardente d'amore per la Patria – scrive il Prevosto - aspettò il momento propizio per mettersi al suo servizio. Fu tra i primi dei nostri ad iscriversi ai partigiani e tanta fu la sua destrezza, il suo tatto, criterio e fervore che fu eletto capo delle Brigate del Popolo per tutta la zona che si estende da Vimercate all'Adda, alla Bassa Martesana: pronto ad affrontare il rischio, presente dovunque era necessario portare una parola di fede o di coraggio.
Mario, gli suggerivo io, abbia prudenza! Sorrideva dicendo: accortezza sì, ma anche ardimento.»

Il Sindaco - «Eletto che fu – continua Guidali - perfezionò lo studio delle scienze politiche, economiche, amministrative e, mente aperta e lungimirante, carattere audace, si propose un programma di larghissime e profonde riforme, tali da spaventare perfino i suoi collaboratori che tentavano, senza riuscire, di frenarlo, restando travolti dalla sua foga di fare. Fu tacciato di megalomania, di durezza, di aver imposti gravami fiscali troppo onerosi: nelle passate elezioni riuscì l'ultimo della lista di maggioranza, ma poi si dovette rimetterlo al suo posto, come il miglior tecnico dei problemi municipali, ed Egli accettò, non per orgoglio, ma per la passione di elevare il suo paese, che adorava, al livello di cittadina.»

Il filantropo - «Non mancava di occupazioni – ricorda Guidali - ne aveva da sopraffarlo, ma la sua passione pel bene lo spingeva anche fuori del suo campo d'azione. Appena s'accorgeva di poter giovare ai suoi conterranei, scattava, senz'averne un utile proprio, solo per amar del bene.»
In conclusione del suo articolo, monsignor Guidali si chiede «Non aveva difetti? Sì, certamente, come tutti gli uomini, ma alcuni uomini hanno i difetti delle loro virtù, e molti le virtù dei loro difetti.»

 

Punto di vista - Un ritratto intenso e appassionato. Chi ha conosciuto il prevosto Guidali sa bene che non era solito fare complimenti e che le sue parole erano sempre ben misurate e, sovente, i suoi giudizi, severi. Pertanto, quelle sue parole, in ricordo di Mario Pirola, suscitano, ancora oggi, grande ammirazione e profonda commozione. La vita del Sindaco Pirola rimane una testimonianza di servizio al bene comune che non deve andare dispersa.

Nel contesto attuale poi assume ancora più rilevanza e indica, in particolare ai cattolici, le coordinate per l’impegno nel sociale e nel politico. Perché a chi assume responsabilità socio-politiche - in un Paese come il nostro, oggi più che mai - sono chieste “virtù civiche mosse da autentici ideali.” (cardinale Scola, 1/11/ 2013).

C.G.

Cernusco sul Naviglio, 4 novembre 2013

 

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