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HOME > Cernusco7 > 4 Novembre 2013

SAN VINCENZO: PRONTI AD AIUTARE, SENZA GIUDICARE

Chi si è recato al cimitero nella festività di Ognissanti ha trovato agli ingressi – come ormai è consolidata tradizione – i ragazzi e le ragazze della Sacer che hanno dato la loro disponibilità per raccogliere offerte da devolvere alla locale Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli: un’associazione che aiuta, con un sostegno concreto ed immediato, chi è in situazione di povertà.

 

Il carisma proprio della San Vincenzo – come si legge nel sito nazionale della Conferenza -   “si esprime e si autentica nel delicato mondo dei poveri e degli emarginati”, ma questo da solo non basta, ai volontari dell’associazione è chiesto anche di “maturare un coraggioso impegno profetico, un'attenta lettura dei segni dei tempi, come contributo alla promozione globale del fratello che soffre.”

Nell’azione concreta i componenti dell’associazione - lungo un cammino formativo fatto innanzitutto di momenti di preghiera e di meditazione della parola di Dio – danno il loro contributo per risolvere, nell’immediato le situazioni più pressanti, “colmando le carenze più urgenti e, a lungo raggio, rimuovendo le cause che le hanno determinate. Ciò potenzia e suscita i presupposti per una crescita umana autentica, che permetta di vivere la quotidianità con la responsabile consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri”. Ai volontari è anche chiesto di “denunciare i disservizi e le distrazioni che hanno permesso e talvolta causato la situazione di bisogno, proponendo nuove soluzioni.”

La colletta tra volontari – I volontari della San Vincenzo sono poi invitati a due segni concreti di condivisione: la colletta “attuata prima del termine di ogni riunione, cioè la raccolta segreta delle offerte da parte di tutti i soci presenti. Viene praticata fin dal giorno in cui nacque la prima Conferenza di Carità. Essa ha una valenza pedagogica ben precisa. Infatti costituisce un gesto di compartecipazione economica solidale tra i membri della Conferenza, ma soprattutto deve essere vista come un segno di giustizia distributiva nei confronti di coloro che meno hanno. La contribuzione alla colletta è un atto libero ma non simbolico; ognuno deve partecipare in coscienza secondo le proprie possibilità e in rapporto alle esigenze dei fratelli nel bisogno.”

La visita al povero - Altro segno significativo è “la visita al povero. La visita è sempre, possibilmente, un rapporto con la famiglia del povero nel suo domicilio”; ma oggi i volontari possono incontrare i poveri più frequentemente in altri contesti: “sulla strada, nell'ospedale, nel carcere, nel ricovero ed ovunque egli si trovi, spesso solo ed abbandonato. Il rapporto con il povero deve essere diretto e personale, non è tanto frutto di una spontanea inclinazione di solidarietà, quanto di una deliberata volontà di fare qualcosa per e con lui, senza giudicare se ne sia degno o meno, se corrisponderà o no alle nostre preoccupazioni.”

Pronti ad aiutare, senza esprimere giudizi - Nella nostra città, i volontari della San Vincenzo, come hanno scritto su Voce Amica di novembre 2013 – “incontrano su segnalazione dei Servizi Sociali del Comune o della Parrocchia persone che hanno tutte un urgente bisogno di soddisfare necessità primarie quali avere cibo, abiti, coperte e tutto ciò che possa permettere loro una quotidianità dignitosa. I nostri assistiti arrivano col loro bagaglio di sofferenza materiale e soprattutto psicologica e morale e sanno che possono trovare una presenza sicura che, senza esprimere giudizi, si impegna per aiutarli. Fortunatamente, poiché da tempo la San Vincenzo opera sul territorio, molti cittadini la considerano come un’opportunità per offrire sollievo alla sofferenza e quindi ci sono vicini con donazioni di ogni genere che i volontari e le volontarie, con pazienza e professionalità mettono a disposizione dei bisognosi.”

 

Cernusco sul Naviglio, 4 novembre 2013

 

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